La vicenda dell’hackeraggio del mio account apre alcune questioni di grande interesse. Prima di tutto ciò che sappiamo da sempre, e cioè che se la nostra presenza è sottoposta a un interruttore, chi controlla l’interruttore controlla le nostre vite.
Non è soltanto vero ma lo è con un’incombenza che si misura in minuti. Lo schema dell’incidente viene esteso a tutti gli aspetti della nostra vita ed è esattamente questa la terra ostile. Se non avessi avuto un account di riserva che ha consentito ad X di confermare la mia identità e, soprattutto, se non avessi avuto l’account verificato e la cortese sollecitudine dei vertici di X, probabilmente non sarei mai potuto ritornare. Questo fatto che è provvidenziale per definizione ci deve indurre a rinforzare le iniziative reali e a considerare la nostra presenza social come uno dei possibili canali di informazione e di comunicazione, niente di meno e niente di più.
Non si è trattato di un hackeraggio ordinario ma è stata un’azione coordinata di alto livello, non portata avanti in Italia da italiani ma all’estero. Uno dei motivi decisivi per la rapidità della soluzione del problema è stata la conoscenza che in X avevano già da settimane del gruppo di hacker che mi ha attaccato. Senza entrare nel dettaglio della questione – dirò solo che questa è l’ultima volta che mi farò aiutare da Corrado Augias a leggere una mail – desidero confermarmi complottista come sempre e segnalare una curiosa coincidenza. Ormai da giorni, da almeno una settimana, sono in stretto contatto con persone in Gran Bretagna e non attraverso X ma su Whatsapp e Telegram. Casualmente proprio da una settimana sono stato oggetto di numerosi tentativi di ingresso nei miei account tramite attacchi “brute force” e con spyware. Alcuni amici inglesi mi hanno confermato che la polizia sta controllando a tappeto tutto il traffico internet e telefonico e diciamo che i miei amici non sono persone così ben viste dall’attuale Governo di sua maestà re Carlo… Cioè sono persone eleganti ma anche molto determinate ecco. Se fossi stato un cittadino britannico probabilmente, invece che hackerarmi, l’8 agosto sarei stato arrestato; visto che sono uno straniero forse a qualche solerte corsaro è stato suggerito di provvedere a mettere a tacere Boni. Ma sono solo supposizioni, illazioni, complotti, magari mi sbaglio, magari è tutta una coincidenza.
Infine vorrei ringraziare tutti coloro che hanno manifestato la loro vicinanza e il loro interessamento alla cosa, dai politici ai giornalisti a tutti voi, la Comunità di Terra Ostile, quella che è lì per esistere sempre e comunque, fuori dal flusso digitale, nella vita reale ed in una terra che si rende ostile ogni giorno di più.
Sto terminando il nuovo libro quindi sarò sicuramente molto più produttivo qui sul sito della Comunità. Infine un ringraziamento particolare a Il Risolutore, una persona fatta di un tessuto umano raro; senza di lui oggi Boni non sarebbe tornato su X.
