Il nichilismo che oggi si erge a sistema ha come orizzonte il caos
una forza primordiale, estranea per sua natura all’uomo e alla civiltà, principio formale della Volontà di potenza. Non si tratta di un caos creativo, come favoleggiato dai transumanisti, ma di un disordine che segna l’annichilimento dell’umano. E così, in questo tumulto, si affacciano paradossi che incrinano la coerenza dello Stato e la sostanza stessa della società. È qui che si manifesta l’essenza dei “due mondi”: quello dei fatti e quello dei desideri.
Avvocati zelanti guidano gli immigrati irregolari a pronunciare le parole giuste per ottenere lo status di rifugiati. Mi chiedo: rispettano così le leggi dello Stato o le reinterpretano a proprio uso e consumo? Curiosamente, le stesse leggi devono invece essere accettate senza batter ciglio quando si tratta di cittadini gravati da multe per non aver rispettato imposizioni sanitarie. Eppure, chi sperona motovedette della Guardia di Finanza sembra godere di una sorprendente indulgenza. Perché Landini può invocare la “rivolta sociale”, mentre le multe dei comuni cittadini devono essere pagate con religiosa disciplina?
Ditemi, compagni: perché lo Stato che punisce con rigore deve essere venerato, mentre quello che annulla una multa diventa oggetto di disprezzo? Preferite uno Stato punitivo a uno indulgente? Ma così facendo, non diventate voi stessi antistatalisti, e forse nel modo peggiore? Se poi la scienza viene imposta a suon di sanzioni, cessa di essere ricerca della verità per trasformarsi in puro dispositivo di controllo.
L’unanime lode tributata al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini, scelto da una ristretta élite progressista come possibile federatore è puro elitismo. Questo fenomeno, più che democratico, sembra incarnare in pieno le dinamiche paretiane: pochi decidono e comandano, e nulla potrebbe essere più distante dal principio della “selezione democratica”.
Intanto, Salvini, impossibilitato a precettare l’ennesimo sciopero estenuante, si trova a pochi giorni dalla sentenza per il processo di sequestro di persona. Tutto ciò rende evidente lo scontro frontale fra governo e magistratura. La posta in gioco è alta, e il Governo dovrà dimostrarsi all’altezza della sfida.