La giornata

Mentre cade il governo in Germania la primavera promette nuovi profumi.

Nella storia recente del panorama editoriale, assistiamo a una trasformazione radicale. La confluenza de La Stampa e Repubblica nella stessa proprietà ha dato vita a StampaRepubblica, un organo editoriale intriso di tematiche woke, ma che, nella sua missione ideologica, trascura realtà concrete come i licenziamenti di certe note aziende. Questa deriva ha un prezzo: la perdita di credibilità si riflette in un calo vertiginoso delle vendite, con un -20% di copie ogni trimestre.

La reazione non si fa attendere: nasce Il Fatto, posizionato a sinistra di StampaRepubblica e destinato a raccogliere i lettori disillusi. Ma è con Il Domani, che si pone alla sinistra della sinistra, che, grazie all’inseguimento di temi sempre più estremi e ostentatamente woke, si arriva a perdere quasi del tutto una base effettiva di lettori. Giornalismo di evaporazione. Contemporaneamente, il panorama globale vede affermarsi X come fonte principale di notizie e commenti, segnando il paradosso ormai insostenibile dei contributi pubblici alla stampa.

Sul fronte economico, Draghi sorprende con affermazioni diametralmente opposte a quelle fatte in precedenza. Al di là del merito – la connessione tra deflazione salariale e immigrazionismo era palese – va sottolineata una verità essenziale: ogni dichiarazione pubblica da parte di chi esercita potere non è altro che una narrazione, un dispositivo volto a influenzare pensieri, scelte e comportamenti. In questo senso, il contenuto stesso della narrazione diventa irrilevante, puro suono organizzato secondo un principio magico. Di questo tratterò nel mio prossimo libro.

Viviamo in un mondo in cui dire “non posso, sto lavorando” per sembrare professionali e “brave persone” non fa che sottolineare come per quelle stesse “brave persone” vantarsi sui social di rubare un tavolo a chi desidera mangiare sia stato in passato un comportamento trasgressivo ma anche giustizialista. E sono questi piccoli episodi di piccoli personaggi a mostrare le caratteristiche culturale di un certo mondo.

Anche a livello locale, i segni del momento di passaggio sono evidenti. Nella lunga e secolare storia di Milano, mai un sindaco si era tanto impegnato nel preparare la campagna elettorale di chi si sarebbe candidato dopo di lui. Ad oggi per vincere a Milano basterebbe dire: “Smonterò tutto quello che ha fatto Sala”. La Destra troverà questa persona?

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