Lo sterminio come atto di bontà ha sempre accompagnato la storia umana: “Sterminateli tutti, Dio riconoscerà i suoi” è la frase con la quale sono stati benedetti tutti i massacri. Nell’Antico Testamento è Dio stesso ad autorizzare le stragi, la Bhagavadgītā non si sofferma mai sulle riserve morali, l’Iliade giustifica ogni uccisione se fatta secondo μετριότης e il mondo romano fece del massacro addirittura uno spettacolo.
comandamento ha un valore relativo in quanto molte sono le condizioni in cui uccidere è lecito: dalla legittima difesa, alla “guerra giusta”, alla punizione degli incorreggibili, al ristabilimento della giustizia impedita dal tiranno. Tuttavia, dal Cristianesimo in poi, ogni massacro, ogni guerra, ogni sterminio, può sempre essere concepito in quanto momento di passaggio verso l’Aldilà e di momento di riconoscimento del merito dei martiri. Tale consapevolezza è talmente profonda da trascendere l’idea dei credenti e da innestarsi nella concezione stessa di umanità, ma un vero nichilista, un vero materialista storico, un vero marxista, stermina senza alcuno scrupolo e senza alcun rimorso. L’ottica immanentista nella quale ci vogliono trascinare i nichilisti transumani à la Yuval Harari – lo scrittore di Homo Deus – afferma che tutto si risolve nella storia, che non esiste alcuna trascendenza e che il giudizio di bene e di male è relativo alle condizioni stabilite da chi comanda: in pratica si tratta del Nichilismo “dell’ultimo uomo” delineato più di un secolo fa da Friedrich Nietzsche, il quale portò alle estreme conseguenze l’insegnamento di Eraclito e stabilì che se non c’è alcun valore, alcun giudizio, alcun senso, allora l’universo è dominio assoluto della Volontà di potenza.
Tutte queste premesse ci servono per giungere a comprendere l’intrinseca insostenibilità del Malthusianesimo transumanista che, in fondo, alberga, senza essere ammesso, nella mente di ogni woke. Nel video in cui Kamala Harris commette l’illuminante lapsus: “Pensate a quanti soldi stiamo investendo per ridurre i veicoli inquinanti…e la popolazione umana…” ciò che manca è sostanzialmente una cosa: il Cristianesimo, cioè l’idea per la quale sterminare un popolo può essere in fondo “giustificato” in nome di un “difetto” del mondo stesso, difetto che verrà emendato una volta che coloro che sono stati uccisi verranno riconosciuti innocenti dopo morti e vivranno nell’Eternità con Dio. Tuttavia nel postcristianesimo che stiamo vivendo l’instaurazione dell’Immanentismo nichilista non accetta né la narrazione del Materialismo storico, secondo la quale chi viene ucciso permette al Progresso di avanzare verso la creazione finale del Paradiso in terra che anche Harari ammette, né la narrazione del Nichilismo di potenza, tipico, ad esempio, della visione nazionalsocialista del mondo e non molto distante, in fondo, da quella tradizionale cinese, sia nella versione confuciana che in quella taoista sia, a maggior ragione, nella sfumatura nazionalcomunista attuale. I Transumanisti malthusiani di oggi non hanno né la fede per dichiarare il Mondo subordinato all’Aldilà né l’onestà per ammettere che chi muore lo fa per la Patria, sia essa gloriosa o detestabile, come un antico romano. Eppure rimane la grande questione della sovrappopolazione e della necessaria diminuzione degli esseri umani sulla terra, senza la quale, dicono, ci sarà l’apocalisse. Senza spiegare nulla di questa farneticante teoria e assumendola come sensata, rimane l’insormontabile problema del convincere le persone che lo sterminio di massa è una cosa buona, necessaria ma senza compenso né qui né dopo se non per quelli che verranno risparmiati e potranno godersi ancora un po’ di questo mondo (comunque invivibile). Un po’ di persone devono morire perché siamo troppi; è una sorta di overbooking planetario in cui chi rimane a terra non torna a casa sua ma viene sepolto da qualche parte. Un complottista potrebbe sospettare che, in una visione come questa, le epidemie sarebbero esattamente lo strumento giusto nel momento giusto ma non vogliamo parlare di questo. Ciò di cui vogliamo parlare è la difficoltà con la quale un nichilista, postcristiano, transumanista e malthusiano può giustificare, a se stesso e agli altri, lo sterminio che, in fondo, rappresenta il suo obiettivo finale. E le azioni umane devono essere necessariamente giustificate agli occhi di chi le compie, pena lo scivolamento nella follia e quindi l’esaurimento della missione stessa. Certo, una piccola élite di satanisti o di sabbatiani o di gnostici antinomisti potrebbe adorare la Distruzione per la distruzione ma ciò non risolverebbe l’intrinseca impossibilità di estendere questo culto alle masse da sacrificare. Aleister Crowley, del resto, l’aveva teorizzato, ma la messa in pratica risulta difficoltosa. In conclusione, la tesi che stiamo avanzando consiste nell’affermare l’intrinseca insostenibilità del mondo che questi stanno cercando di costruire. E se non può stare in piedi bisogna prepararsi a quello che accadrà quando verrà giù.