Un po’ di Modernismo…

A proposito dell’eresia del direttore di La Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, ha già risposto esaurientemente, dal punto di vista ecclesiale, monsignor Viganò. Vorrei però specificare un punto strettamente filosofico connaturato al Modernismo che anni fa mi vide disputare su Radio3 con Enzo Bianchi ospite di Gabriella Caramore, colei alla quale la Rai aveva appaltato la teologia vita natural durante (adesso c’è Melloni), nota per i suoi inconfondibili mugolii di approvazione che in radio avevano un non so che di inquietante.

Sia Bianchi allora che, in maniera molto più scandalosa, Spadaro qualche giorno fa si sono prodotti nel numero principale dell’ermeneutica modernista: la petitio principii. Spadaro analizza un episodio evangelico e dice dove Cristo fa bene e dove sbaglia. Ciò significa che Spadaro (ed ogni modernista) detiene già la verità, prima di apprenderla dal Vangelo e in base a questa verità può giudicare lo stesso operato del Cristo. Bianchi lo faceva addirittura con Jahvè che quando incitava alla guerra stava sbagliando e invece quando diceva di accogliere gli stranieri allora era veramente Dio. Per giudicare Dio o il Figlio di Dio occorre possedere un criterio di verità superiore a Dio stesso, che quindi sarebbe esso stesso Dio, e questa verità, secondo i modernisti, altro non sarebbe che l’interpretazione complessiva che loro danno delle Scritture. “Dio perdona” dicono le Scritture e quindi Dio deve adeguarsi. Non sfuggirà che il Modernismo sostituisce semplicemente le Scritture con le opinioni dei vari esegeti modernisti. Quindi le Scritture non sono le Scritture, le Scritture sono la lettura che fa Karl Rahner o Vito Mancuso o Sbirulino delle stesse, naturalmente sulla base di preferenze personali. Se dici che Cristo sbaglia allora sai già prima quale sarebbe la scelta giusta che avrebbe dovuto fare Cristo, quindi Cristo è superfluo. Ed anche le Scritture naturalmente. Ciò che rimane è un ipotetico razionalismo in base al quale si sa già prima, da sempre, cosa sia bene e cosa male. Quindi anche la Rivelazione non sarebbe altro che una sorta di razionalismo naturalista, già presente da sempre nel cuore e nelle menti degli uomini (ma non di Dio!) e quindi sarebbe paganesimo, cioè la giustificazione a posteriori degli atti degli dei. Se però Enzo Bianchi è uno che ha un bed&breakfast attualmente caduto in disgrazia perché Bergoglio è bizzoso, Antonio Spadaro non solo dirige La Civiltà Cattolica ma è uno stretto collaboratore di Bergoglio il quale, nel non censurare le eresie pronunciate, le avalla. Ogni atto di chiarezza, del resto, è positivo. Chi può ancora sospettare che la Chiesa non stia attraversando quella che forse è la sua crisi più grave di sempre? 

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